giovedì 30 ottobre 2014

Anagni - iniziative culturali per l'Autunno. Rassegna d'arte “La Fenice” 2014.


AUTUNNO ALL'INSEGNA DELLA CULTURA
 Rispettando l’impegno di organizzare eventi e manifestazioni per tutto l’anno, l’assessorato alla cultura ha predisposto un cartellone per l’Autunno Anagnino 2014 che propone iniziative dall’8 al 30 novembre. Si tratta di mostre, spettacoli teatrali, presentazione di libri e concerti. Il primo appuntamento è alle 17.30 di sabato 8 novembre nella Sala della Ragione con l’inaugurazione di una mostra di pittura e scultura curata dall'associazione “La Fenice” con opere di numerosi artisti locali. Seguirà lo spettacolo “Mistero: illusione e realtà” del gruppo teatrale “The Mask”. Sempre nella Sala della Ragione, domenica 9 novembre alle 17.30 si parlerà di poesia con letture dedicate a Cola di Rienzo nel settimo centenario della nascita. Per gli appassionati della lettura, due presentazioni di libri: giovedì 13 novembre alle 10 nella Sala della Ragione (“Per la scuola di tutti” di Giorgio Mele) e sabato 29 novembre alle 19 nella biblioteca comunale (“Rifiuti Zero” di Rossano Ercolini). La Sala della Ragione ospiterà anche un concerto della Brassotti Band domenica 16 novembre alle 17.30, Canto e Musica sabato 22 novembre alle 17.30, lo spettacolo teatrale “La Giostra del mondo” sabato 29 novembre alle 17.30 e il concerto del coro polifonico “Città di Anagni” il 30 novembre alle 18. Nel mese di novembre è previsto, inoltre, il mercatino dell’artigianato lungo le vie del centro storico per tutta la giornata di sabato 22.

Anagni sotto i piedi - Cimitero: La cappella di Onorato Capo (1905)

I cipressi non sono stati mai curati. Essi vanno recuperati, in quanto elemento fondamentale del complesso architettonico del cimitero. In caso non fosse possibile recuperarli vanno sostituiti.
La civiltà di una città si misura dagli ospedali, dalle scuole e dai cimiteri.

Anagni, la cappella e la barbarie 

http://www.lazionauta.it/anagni-la-cappella-e-la-barbarie/  -  11/07/2011
Anagni, la Cappella di Onorato Capo e … la barbarie. Eppure c’è stato qualche importante scrittore che la defini ‘piccola Atene’  e qualche altro ‘la Roma del Sud’ a sottolinearne ed evidenziarne peculiarità uniche, riscontrate addirittura già all’epoca dei Romani che ne ammiravano e decantavano la cospicua ricchezza e benessere. Ma ci si vada oggi, ad Anagni. L’unica realtà che si riscontra è rappresentata dall’ arrembaggio edilizio, la cementificazione selvaggia, la cancellazione della Valle del Sacco, le cave di sabbia che le fanno splendida
corona, la gloriosa antica Via Casilina divenuta una volgare e degradata bidonville.
Hanno costruito e/o fatto costruire perfino sugli antichi murazzi, ed è tutto dire!
E quindi l’abbandono addirittura suicida in cui versa quello che fu un  gioiello di cappella funeraria nel locale cimitero è la cartina di tornasole che conferma quanto detto nel titolo:  barbarie. E, in aggiunta, suicidio. Perché, in una società civile beninteso, di suicidio si tratta  allorché si autodistruggono e/o mandano in rovina opere architettoniche e pittoriche che, al contrario, hanno per destino e vocazione, ma nelle società civili,  di portare solo lustro, prestigio, gratificazione, cultura  e soldi.
Stiamo parlando del capolavoro di cappella che Onorato Capo, cittadino stimato di Anagni e filantropo del 1800, si fece costruire nel punto più panoramico e più suggestivo del cimitero nel lontano 1905. Non vogliamo parlare di lui, basti far presente che all’epoca grazie ai suoi meriti, una delle strade principali gli fu dedicata dove oggi si levano l’ospedale e la USL. Invero fu grazie al suo senso civico, al cospicuo contributo finanziario da lui messo a disposizione,  che già alla fine del 1800 si potette realizzare l’ospedale cittadino. E qui nel 1935 entrò in funzione anche  una benemerita istituzione, la ‘Pia casa di riposo Onorato Capo’ destinata ai derelitti senza famiglia e senza mezzi della città, finanziata con i fondi da lui testamentati, che è rimasta in vita fino a due anni fa. E appena chiusa, i locali relativi sono stati riscattatati, se ho capito bene, dalla Regione Lazio a favore delle casse comunali per seicentomila Euro: una tempestività  fuori delle normali regole, come si vede. Eppure la cappella Onorato Capo oggi è sempre nelle medesime tragiche condizioni.
Da qualche parte si legge, inoltre, che quando morì, nel 1904, lasciò i suoi beni parte alla chiesa e parte al comune: il risultato di tale  gesto di amore verso i cittadini di Anagni lo si costata andandone ad osservare la cappella funeraria da lui fatta realizzare, come detto, nel 1905: uno scempio, un delirio. Abbandonata, aperta a tutti i vandalismi, le belle porte arrugginite, vetri colorati infranti, peggio di tutto le decorazioni parietali quasi completamente andate perse, le suppellettili scomparse, il pavimento in marmi pregiati intarsiati coperti di immondizia e calcinacci, all’esterno due scale avvolgenti in travertino pregiato che portano al piano inferiore oltre ad essere un immondezzaio, vi sono nate non solo erbacce ma addirittura le piante di fichi!
Ma non è finita. E’ notorio che  una società più è malata, più la barbarie non solo si sviluppa ma si diversifica anche nelle maniere e modi più inimmaginabili. E, tornando ad Anagni,  se si fa il giro del monumento funerario in questione e si scende alla base per rendersi conto della cura e dell’impegno architettonico profusi nell’opera nonché nella scelta dei materiali impiegati da parte sicuramente di Onorato Capo stesso, si assiste ad uno spettacolo ancora più inaudito e disperante: a destra e a sinistra del mausoleo, e a esso appiccicati o aderenti, sono stati realizzati due moduli di loculi, cioè è come se addosso alla Cattedrale o al Collegio Leonino si infilassero due bei travi di cemento armato per farci il garage o altro. Queste appendici rappresentano il fondo del degrado e del dispregio, oltre il quale non c’è più nulla da grattare! I poveri morti lì albergati in questo modo precario e rimediato è poco verosimile che avrebbero accettato tale orribile sistemazione delle loro spoglie procurata da qualche intelligente e sensibile sindaco degli anni addietro a danno violento di un altro monumento funerario. Michele Santulli

Anagni, la cappella e la barbarie II parte     - 


lunedì 20 ottobre 2014

Pordenone - La studentessa Laura Ribaudo del liceo "Dante Alighieri" di Anagni si classifica al terzo posto al concorso nazionale di scrittura creativa "Scendincampo. Raccontare di sport"


Il concorso è stato indetto dal liceo Leopardi - Majorana di Pordenone. Presidente della giuria è stato il giornalista-scrittore di Repubblica Gianni Mura; grande la partecipazione di autorità scolastiche e civili, tra cui il Sindaco di Pordenone. 
Per i racconti vedi il sito del liceo G.Leopardi - E. Majorana.
Il concorso di scrittura creativa, giunto alla IX edizione, è voluto e sostenuto dalla famiglia Lutman in memoria del figlio Paolo, artista e scrittore.

               Il Gazzetino    -    MessaggeroVeneto   -  Il Gazzettino


                    




















Il racconto di Laura Ribaudo


domenica 12 ottobre 2014

Cittadini di Anagni di cui essere orgogliosi - Rino Bianchi - Fotografo

Da: www.artevirale.com   -------- www.arte.it --- www.rosebud2.it/portfolio/21

Siti “Persone: Ritratti di Scrittori” la personale del fotografo romano Rino Bianchi al Caffè Letterario Gallery di Firenze.

Sukran Moral


La rassegna “Foto & Foto” dall’autunno del 2014 al maggio 2015 proporrà un’indagine
approfondita sull’uso del medium fotografico in occasione dei 150 anni dal suo ingresso nel mondo dell’arte.
Per il ciclo dedicato alle immagini di autori europei, Rino Bianchi ha aperto il suo archivio, ricco di migliaia di scatti realizzati in diverse parti del mondo.





www.arte.it
La mostra presenta 16 immagini in bianco e nero, scattate fra il 2011 e il 2014, in cui sono rappresentata varie età, la diversità di genere e la presenza di autori europei con il loro originario bagaglio culturale unico e singolare; fra questi: Hanif Kureishi, anglo-pakistano e Igiaba Scego, italo-somala. Il risultato è un microcosmo significativo di icone di scrittori e intellettuali, immortalati in diverse espressioni: quelle serissime di Erri De Luca e Gogliarda Sapienza, quelle riflessive di Philippe Diian, Girati Torrente Marcos e Hak Pavel, quelle intense di Seamus Heaney, Premio Nobel Irlandese. Tutte le immagini ci conducono per mano in un viaggio attraverso la ricerca del significato che ha, oggi, essere intellettuali ed europei, per nascita o per scelta o per destino. 
Rino Bianchi, la scrittrice Goliarda Sapienza
Rino Bianchi è un fotografo romano, fotoreporter, fotogiornalista, che si definisce scrittore per immagini. E’ specializzato in storie di costume, in tematiche sociali e culturali e collabora con testate italiane ed estere. Tra le pubblicazioni di Rino Bianchi: Piombo e Carta. Storie dell’assedio di Sarajevo, 1994, con prefazione di Omar Calabrese e postfazione di Ginevra Bompiani; La Bestia -Narrative Invaders, 1997; Sant’Anatolia di Narco, 2000, che ha vinto nel 2000 il premio Fiore di Roccia; Annalisa Cima, 2000; Sukran Moral, Apocalypse, 2005; Made in Mompeo, haiku e immagini, 2007, con lo scrittore e poeta Riccardo Duranti; La Pelle L’Arte e Il Gesto, espressione ed invenzione nel rinascimento novecentesco di Luigi Protopapa, 2013, con la poetessa e scrittrice Lidia Riviello; Roma Negata. Percorsi post-coloniali nella città, 2014, con la scrittrice Igiaba Scego.
Dal 2011, quindici suoi ritratti di scrittori e poeti italiani sono in mostra permanente alla Casa delle Traduzioni di Roma Capitale. Nel 2012 ha ideato Corrispondenze 21 poesie e 21 fotografie, mostra evento patrocinata dall’Unesco. Nel 2013 ha iniziato “Paesaggi della Memoria“, progetto di narrazione che sta toccando molte città italiane ed europee www.artevirale.com. 

http://www.antropomorpha.it/mostra-paesaggi-memoria-roma-negata/